Abbattiamo gli sprechi alimentari
Il cibo, se sprecato, diventa un rifiuto a tutti gli effetti. Ad oggi, se il Food Waste fosse uno stato, sarebbe il più inquinante al mondo dopo Cina e USA. Come fare quindi ad eliminare gli sprechi di cibo?
Gli sprechi alimentari si eliminano a monte, ovvero quando si fa la spesa: fare acquisti oculati e moderati, badando alla data di scadenza, e non comprando più di quanto non serva, così da evitare di ritrovarsi, in un secondo momento, a buttare via il cibo avanzato o scaduto. Ma anche cibo locale e stagionale, imperfetto, ma non per questo non meno buono. Cibo dalla filiera tracciabile e trasparente, della cui qualità possiamo essere sicuri sotto tutti i punti di vista.
Prima di uscire a fare la spesa, stiliamo una lista dettagliata di cosa comprare. Può aiutare anche programmare tutti i pasti della settimana, o almeno quelli dei giorni a venire. In questo modo, eviteremo di farci prendere la mano da gola e offerte, e acquisteremo solo ciò che ci serve veramente e che consumeremo a breve.
Se avanza qualcosa nel piatto, non buttiamolo, ma mangiamolo il pasto successivo, oppure utilizziamolo per cucinare qualcos’altro: la così detta Cucina Antispreco! Basta un veloce giro nel web per trovare tantissime soluzioni buonissime.
Una verdura o un frutto sono “brutti”? Non è una valida scusa per gettarli, anzi! È molto probabile che la loro imperfezione sia sinonimo di assenza di pesticidi, alterazioni o produzione intensiva. L’importante è che sia buono!
Bisogna infine essere consapevoli che questa tendenza ad acquistare più del dovuto è alimentata non solo dalla nostra scarsa organizzazione, ma anche dalla sovrapproduzione di cibo. Siamo infatti talmente abituati a disporre di cibo come, dove e quando ci pare, che non ne percepiamo più l’incredibile valore e quanto disumano sia sprecarlo. Ecco perché, come vedremo anche a breve, scegliere piccoli produttori e mercati contadini può aiutare a fare acquisti più oculati: la disponibilità limitata, sia a livello di quantità che di stagionalità, ci aiuterà a riflettere su cosa ci serve veramente o meno, e procedere con gli acquisti di conseguenza.
Un ultimo consiglio: optare sempre per le materie prime, invece che per i cibi già pronti.
Qui è possibile leggere un interessante approfondimento sul Food Waste di Elia Guida.
Pensiamo al valore sociale e ambientale di quello che stiamo mangiando
Un altro approccio al cibo e all’alimentazione sostenibile che può guidarci nel prendere le giuste scelte e che riguarda sempre gli sprechi alimentari, ma da un altro punto di vista, è la consapevolezza di cosa stiamo mangiando: che ingredienti contiene? Come sono stati prodotti? Da dove vengono? Di che marca sono? È stato sfruttato qualcuno per produrli?
Decidere di acquistare cibi fatti con ingredienti locali e prodotti in maniera sostenibile, che non appartengono a grandi marchi (come ad esempio Nestlé, Coca Cola, Kellog’s, Unilever, etc), non confezionati e a filiera corta, ma soprattutto trasparente sono tutte soluzioni sostenibili e Zero Sprechi per il cibo, perché azzerano inquinamento di tanti tipi: sprechi alimentari, produzione di massa, sfruttamento delle risorse e della manodopera, packaging monouso e trasporti di lunga tratta.
Mangiamo cibo locale e stagionale per un’alimentazione sostenibile e Zero Sprechi
Potrà suonare ripetitivo, ma è un’azione sostenibile e Zero Waste davvero fondamentale quando si tratta di cibo e alimentazione: scegliamo di mangiare utilizzando solo ingredienti locali e stagionali. È uno dei modi migliori per abbattere sprechi, rifiuti e inquinamento, combattere le produzioni intensive, avere certezza della filiera e nutrirsi in maniera salutare e corretta.
Aboliamo il cibo che proviene da produzioni intensive, soprattutto quelle animali
Per quanto sia stato scientificamente provato che adottare una dieta vegetariana/vegana (oppure abbattere drasticamente il consumo di proteine animali) abbia un forte impatto positivo sull’ambiente – ma anche sulla nostra salute – qualora non volessimo rinunciare a carne e pesce, possiamo comunque restare in linea con lo stile di vita sostenibile e Zero Waste riducendo la quantità di prodotti di derivazione animale che consumiamo ogni giorno e prendendo in considerazione il modo in cui gli animali che stiamo mangiando vengono allevati o pescati.
L’azione principale è sicuramente quella di informarsi sempre sulla provenienza e sul sistema di produzione degli alimenti animali (e loro derivati) che acquistiamo. Di conseguenza, la seconda azione per vivere e mangiare in modo più sostenibile è non acquistare prodotti che vengono da allevamenti intensivi (per quanto etichettati come biologici, o di filiera controllata): non compriamo carne e pesce al supermercato, e, per quanto riguarda il pesce, stiamo attenti a non acquistare quello pescato in maniera intensiva. L’industria intensiva della pesca e le sue reti sono quanto di più inquinante e distruttivo esista per il sistema marino, il Pianeta e, di conseguenza, il nostro benessere: oltre a dilaniare i fondali di mari e oceani, infatti, l’industria della pesca intensiva devasta l’ecosistema marino abbandonando in mare le reti dismesse, che continuano ad essere trappole mortali per altri animali e a rilasciare continuamente sostanze tossiche e inquinanti.
A risentire positivamente delle nostre scelte sarà non solo la natura, ma anche la nostra salute: questi criteri di selezione ci aiutano infatti a ridurre il consumo di carne, che, se eccessivo in termini di quantità e frequenza, può di per sé nuocere al nostro organismo; ma anche a evitare di assumere la grande mole di antibiotici normalmente contenuta nei prodotti di provenienza animale da allevamento intensivo (sia di terra che di acqua), perché somministrata agli animali sia in forma di farmaci che attraverso i mangimi.
Una nota per vegani e vegetariani
Adottare una dieta vegetariana o vegana è una delle migliori scelte sostenibili e Zero Sprechi che si possono fare: aiuta noi, il pianeta e gli altri.
Al contempo, diventare vegetariani e vegani consumando grandi quantità di soia di filiere non controllate, prodotti non locali (come ad esempio gli avocado, le banane o le mandorle), o grandi quantità di prodotti confezionati e processati ha comunque un impatto devastante sull’ambiente e sulla società.
Inoltre, la filiera dei latticini e delle uova, se intensiv,a è alla stregua di quella della carne e del pesce.
Per applicare la scelta di una dieta vegetariana o vegana in accordo con i principi su cui si fondano queste pratiche alimentari bisogna invece rivolgersi a produttori locali, piccoli e stagionali, che permettano di nutrirsi in maniera equilibrata, ma anche sostenibile.
Tutte le soluzioni Zero Waste per eliminare le bottiglie d’acqua usa-e-getta (incluse quelle in bioplastica!)
L’acqua del sindaco!
Per legge, l’acqua del rubinetto che arriva nelle nostre case, deve essere analizzata un minimo di 4 volte l’anno, numero che aumenta in base al volume di acqua distribuito ogni giorno e alle caratteristiche dell’acquedotto. L’acqua in bottiglia, invece, per legge viene controllata una volta all’anno da parte delle aziende imbottigliatrici stesse, che inviano al Ministero della Salute un’autocertificazione.
Le analisi dell’acqua del rubinetto in Italia sono svolte sia dalla società che gestisce l’acquedotto che dalle Asl, quindi da due soggetti indipendenti tra loro, che svolgono analisi su 67 parametri, più di quelli previsti per le acque in bottiglia.
Quindi è 4 volte più controllata, ma arriva a costare anche 1000 volte in meno.
Inoltre, il contenuto di sali e altre sostanze dell’acqua del rubinetto è adeguato alle nostre necessità di salute, costa molto poco, non si fa pubblicità, e ha un impatto ambientale ridotto.
Per quanto riguarda le acque imbottigliate, invece, molti dei parametri non hanno un limite stabilito dalla legge. Per questo, al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, se le minerali fossero valutate con gli stessi parametri stabiliti per l’acqua del rubinetto, alcune delle più comuni acque in bottiglia non verrebbero definite potabili.
Il sapore a volte non gradevole è dato dal cloro usato per disinfettarla: la soluzione sarà lasciarla arieggiare anche solo una 30ina di minuti e il gioco è fatto!
L’acqua del rubinetto è garantita fino al contatore, se sono le nostre tubature private a darci pensiero, un sistema di filtraggio dei rubinetti (che vedremo tra poco) sarà più che sufficiente. Il problema è il calcare? Anche qui i filtri del rubinetto funzionano davvero bene!
Ancora non vi abbiamo convinto? Le bottiglie di acqua in plastica (PET) rilasciano nell’acqua non solo particelle di microplastica, ma anche antimonio, un semimetallo utilizzato nella produzione del PET, tant’è che tracce di plastica sono state trovate nell’organismo e nella placenta umana.
Brocca dell’acqua filtrante
Se vogliamo eliminare calcare o piccole tracce di cloro dalla vostra acqua del rubinetto, allora una brocca munita di filtro da cambiare periodicamente è un’ottima soluzione Zero Waste per eliminare le bottiglie d’acqua usa e getta. Piccolo accorgimento: molto spesso i filtri possono depurare più a lungo o molti più litri di quanto non venga riportato sulla confezione. Prima di cambiarlo, assicuriamoci che il filtro sia davvero diventato inutilizzabile: si può capire dal sapore dell’acqua, o dalla formazione di una patina di calcare sui pentolini nel momento in cui la si bolle.
Filtri di carbone attivo per depurare l’acqua
Il carbone attivo è di grandissimo aiuto, oltre che un’ottima soluzione Zero Sprechi. Si tratta di pezzi e bastoncini di carbone attivo da lasciare nell’acqua per purificarla. Solitamente durano diversi mesi, al termine dei quali possono essere prima utilizzati come deodorante per scarpe e armadi, e infine come concime per le piante, così da non generare nessun tipo di rifiuto.
Può capitare che creino un deposito di polverina nera dentro l’acqua, che comunque se ingerita non crea alcun problema e non ha nessuna controindicazione. È inodore e insapore.
Sistema di depurazione applicato al lavandino (filtro per il lavandino)
Anche questa è un’ottima soluzione Zero Waste per eliminare l’acqua in bottiglia monouso. A seconda del sistema di depurazione che si sceglie di installare, può funzionare anche in caso di acqua particolarmente inquinata. Alcuni depuratori sono persino classificati come presidi medici e possono essere detratti dalle tasse. Il limite di questa soluzione è sicuramente il maggior investimento economico di partenza: nel lungo periodo, però, la spesa complessiva richiesta si rivela limitata e quindi più conveniente.
Fonti d’acqua e casette dell’acqua
Se abbiamo nelle vicinanze una fonte d’acqua migliore di quella di casa, oppure un dispensatore di acqua già depurata, possiamo optare per quella. Qui si aprono due possibilità: un set di boccioni in vetro da 10 litri con cui stoccare l’acqua per lungo tempo qualora la fonte o l’erogatore in questione non fosse particolarmente veloce da raggiungere, oppure un set di bottiglie di vetro con cui rifornirsi ogni 3 o 4 giorni.
Dispositivi per rendere l’acqua frizzante
Se l’unico motivo per cui facciamo ancora uso di bottiglie di plastica è perché amiamo la nostra acqua frizzante, nel caso in cui non disponiamo vicino casa di un erogatore d’acqua frizzante, esistono diversi dispositivi da cucina per farcela da soli. Costano più di una cassa d’acqua confezionata, è vero, ma, per lo stesso principio del sistema di depurazione, già dopo poche settimane risultano essere decisamente più economici. In alcuni casi, inoltre, gli stessi filtri per il rubinetto hanno l’opzione “frizzante”, dunque possiamo optare anche per quello.
L’essiccazione come processo di preparazione e conservazione Zero Waste
L’essiccazione è il processo per il quale cibi di ogni genere, crudi o già pronti, vengono disidratati grazie appunto a un essiccatore, per poi essere comodamente conservati anche fino a un anno in barattoli di vetro o sottovuoto. Si tratta di un processo di preparazione e conservazione Zero Waste davvero incredibile e che può svoltarci la vita in cucina.
In primis, possiamo usarlo per preparare pasti e snack per le nostre giornate quotidiane, i pasti fuori casa, o anche per quando siamo troppo stanch* per cucinare, o in casa non è rimasto nulla da mangiare.
L’essiccazione è perfetta anche per le giornate in natura, anche quelle di più giorni. Si può infatti essiccare qualunque cosa: dalla frutta, ai risotti già pronti, passando per ogni tipo di pietanza. Questo ci permetterà di avere sempre qualcosa di pronto nelle nostre credenze, da reidratare in pochi minuti e portarci appresso in un contenitore riutilizzabile (come nel caso di pasti pronti), oppure semplicemente come snack (come ad esempio la frutta secca), oppure reidratare sul momento con il proprio fornelletto portatile.
L’essiccatore è anche un ottima soluzione per conservare a lungo gli ingredienti che utilizziamo per il cibo di tutti i giorni: essiccando le rimanenze dell’orto, o in generale ciò che è di stagione, possiamo usufruirne tutto l’anno per preparare i nostri pasti. A differenza del congelamento, gli alimenti essiccati mantengono integre tutte le loro proprietà e occupano molto meno spazio.
In termini di consumo di energia, non trattandosi di un elettrodomestico che utilizziamo giornalmente, sopratutto se impostato nella sua modalità ecologica, non consuma quantità particolarmente elevate di elettricità e, soprattutto, ci consente un tal avanzamento in termini di vita sostenibile che sicuramente ne vale la pena. In generale, consigliamo un essiccatore orizzontale e non verticale, perché adatto ad essiccare qualsiasi cosa e più efficiente.
Caffè sostenibile e Zero Waste: moka, cialde riutilizzabili, bodum, filtri in tessuto…e occhio all’etichetta!
Agli italiani fra noi potrà sembrare strano trovare la moka elencata come una soluzione Zero Waste, ma visto il boom di macchinette del caffè a cialde monouso avvenuto negli ultimi anni, eccoci qua a ritirarla fuori come una “novità”!
La moka, icona del made in Italy, e dunque icona del caffè più famoso del mondo, è la soluzione più Zero Waste che ci sia: non produce rifiuti ed è utilizzabile all’infinito.
Ma se proprio non possiamo fare a meno della nostra macchinetta a cialde, allora la soluzione Zero Sprechi per il caffè è quella delle cialde riutilizzabili in acciaio, da riempire ogni volta con il caffè in polvere, così da non aggiungere chili di rifiuti ai nostri cestini. Perché non solo si genera il rifiuto della cialda, ma anche il suo involucro di plastica, in cui ogni cialda viene singolarmente confezionata. Dunque, anche nel caso di una cialda usa-e-getta 100% compostabile, l’energia e le risorse necessarie per produrla, imballarla, commerciarla e smaltirla sono comunque nettamente più onerose di quanto dovrebbe “costare” un caffè.
Se amiamo il caffè stile americano o francese, allora la soluzione Zero Sprechi è il filtro di cotone riutilizzabile per la macchina del caffè americano, oppure il bodum, ottimo anche per tè e tisane Zero Waste.
Altra nota molto importante: occhio al caffè che decidiamo di acquistare. Accertiamoci che sia Fair Trade, e cioè appartenente al mercato Equo e Solidale. Grazie a questa certificazione, potremo contare sul fatto che non sia stato prodotto sfruttando la terra e la manodopera, provocando disboscamento, soprusi e ingiustizie sociali.
Tè e tisane Zero Waste: infusi sfusi e filtri di metallo
Anche qui, non lo diciamo solo per il bene del pianeta, ma anche per il nostro: la maggior parte delle bustine di tè e tisane non solo costituiscono un rifiuto, ma, al contatto con acqua ad alta temperatura, rilasciano nelle nostre tazze una miriade di microplastiche che, in questo caso, finiranno tutte direttamente nel nostro organismo.
La migliore soluzione Zero Waste per tè e tisane sono gli infusi sfusi (scusate il gioco di parole), che grazie a retine e filtri d’acciaio permettono di raggiungere lo stesso obiettivo azzerando completamente la produzione di rifiuti.
C’è infatti da tenere a mente che, come sopra, anche in questo caso le bustine usa-e-getta 100% compostabili richiedono comunque uno spreco di energia e risorse nettamente superiore al reale costo e impatto di una tazza di tè.
Come citato poco fa tra le soluzioni per il caffè Zero Waste, un’altra ottima soluzione Zero Sprechi per infusi, tè e tisane è il bodum.
Soluzioni Zero Waste per snack e panini
Uno dei momenti di più alta produzione di rifiuti e sprechi è quando mangiamo fuori casa. Snack, panini e tranci di pizza sono sempre accompagnati da involucri usa-e-getta, spesso fatti di materiali altamente inquinanti; ma il discorso in realtà vale anche per gli snack che si consumano dentro casa.
Preparare in casa i propri snack, come ad esempio barrette di frutta secca o biscotti, e usare contenitori riutilizzabili e bee wraps sono ottimi modi per ridurre la produzione di rifiuti.
A tal proposito, ricordiamoci che snack come i pop corn possono essere cotti sul momento, invece che acquistati in innumerevoli sacchetti di plastica, e molti altri prodotti come la frutta secca o quella candita possono essere comodamente acquistati sfusi.
Un’ultima, ma non meno importante riflessione: in certi casi l’unica vera soluzione sostenibile e Zero Waste è non acquistare affatto un determinato prodotto, in virtù del fatto che non ci sta bene il modo in cui è stato prodotto o confezionato – scelta che poi si ripercuote positivamente anche sulla nostra salute, considerando che la maggior parte dei prodotti confezionati sono ricchi di conservanti e altri ingredienti notoriamente non salutari.
Quindi proviamo a cambiare atteggiamento a monte, e domandiamoci se abbiamo davvero bisogno di consumare tutta questa quantità e varietà di snack e dolciumi, oppure se possiamo limitare, o eliminare la loro presenza nelle nostre credenze.
Come smaltire correttamente l’olio esausto
L’olio esausto può diventare un rifiuto letale, se non viene smaltito nel giusto modo. E non parliamo solo dell’olio della frittura o di cottura, ma anche di quello dei sottoli. Se gettato nelle tubature del lavandino o nel water di casa, finirà nelle falde acquifere, inquinandole irrimediabilmente: basta 1 kg di olio esausto a inquinare una superficie d’acqua di 1.000 m2
La soluzione è semplice: conservarlo in barattoli e bottiglie di vetro, oppure in taniche di alluminio, e andarlo a smaltire periodicamente presso l’isola ecologica a noi più vicina.
Succhi di frutta Zero Waste
I succhi di frutta sono confezionati in modo particolarmente inquinante e sono quasi introvabili alla spina. Dunque, salvo alcuni brand piuttosto costosi che imbottigliano in vetro, la maggior parte dei marchi imbottigliano in plastica o in tetrapak (materiale ancora più dannoso della plastica, perché poliaccoppiato).
La soluzione Zero Waste è, ovviamente, la spremuta o centrifuga casalinga, che ci aiuta anche ad abbattere l’enorme quantità di zuccheri che è generalmente contenuta nei succhi di frutta confezionati.
Per il resto, invitiamo a riconsiderare a monte l’acquisto di tale prodotto, a maggior ragione nel caso di bricchetti monodose, data l’enorme produzione di rifiuti che ne deriva.
Evitiamo i distributori automatici per un’alimentazione sostenibile e Zero Sprechi
Che si tratti del bicchierino da caffè con la stecchetta per girare lo zucchero (anche quando lo si prende amaro), della bottiglietta di plastica, oppure dell’involucro dello snack di turno, i distributori automatici sono il tripudio dell’usa-e-getta e qui la soluzione Zero Waste è una soltanto: non utilizzarli.
Qualora siamo i dirigenti di un luogo pubblico, sia un esercizio commerciale o un edificio di interesse culturale, possiamo decidere di trovare soluzioni alternative (tipo i vuoti a rendere o un piccolo bar), così da sensibilizzare anche i nostri visitatori in merito ai motivi delle nostre scelte.
Se proprio non possiamo esimerci dall’usare i distributori automatici, allora possiamo incoraggiare i nostri visitatori a portare il loro bicchiere, la loro tazza e il loro cucchiaino, mettere a disposizione un posto dove lavarli e asciugarli dopo l’uso, ed eliminare dalla macchinetta del caffè bicchierini e bastoncini, lasciando solo l’erogazione della bevanda. In questo modo non solo applicheremo una soluzione Zero Sprechi senza dover rinunciare alla macchinetta, ma potremo anche riuscire nell’intento di coinvolgere e responsabilizzare i nostri avventori.
Per quanto riguarda invece l’acqua, possiamo regalare borracce e, nel caso quella dei nostri lavandini non fosse potabile, posizionare distributori d’acqua in giro per lo stabile.
Non lasciamoci intimorire da possibili reazioni negative o critiche: quando spieghiamo le nostre ragioni con i giusti toni e dati alla mano, le persone sono sempre ben disposte ad ascoltarci e venirci incontro.
Cacao e frutta tropicale
Per il cacao e la frutta tropicale (come ad esempio le banane) vale lo stesso discorso del caffè: accertiamoci che siano Fair Trade, e cioè appartenente al mercato Equo e Solidale. Grazie a questa certificazione, potremo contare sul fatto che non sia stato prodotto sfruttando la terra e la manodopera, provocando disboscamento, soprusi e ingiustizie sociali.
Rispetto alla frutta tropicale, evitiamo di acquistarla se non è prodotta localmente: abbatteremo considerevolmente il nostro impatto ambientale.
Da dove iniziare per cibo e alimentazione sostenibile e Zero Sprechi?
- Partire dalla propria dieta: diventare vegani/vegetariani, o almeno dimezzare il consumo di prodotti animali
- Eliminare le bottiglie di plastica
- Pianificazione dei pasti per una spesa migliore
- Mangiare locale e stagionale
- Adattare la propria dieta ad uno stile più Zero Rifiuti
- Olio esausto
- Moka per il caffè e cialde riutilizzabili
Ti viene in mente un consiglio o una soluzione Zero Waste che non hai trovato tra queste? Scrivici! Saremo felicissime di aggiungerla alla lista e ispirare sempre più persone.
Continua ad esplorare la nostra guida a come vivere in modo sostenibile e Zero Waste, visita gli altri capitoli:
- Introduzione allo Zero Waste: alcuni concetti di base
- Consigli generali per vivere Zero Waste
- Acquisti e spesa Zero Waste
- Cibo e alimentazione Zero Sprechi
- Soluzioni per una cucina Zero Waste
- Cura del corpo e igiene personale: consigli per un bagno Zero Waste
- Gestione della casa sostenibile e Zero Sprechi
- Pulizie della casa Zero Waste
- Abbigliamento sostenibile
- Zero Waste in viaggio, fuori casa e outdoor
- Ecogenitori: consigli per essere genitori Zero Waste
- Scuola Zero Waste
- Come coltivare orto, giardino e piante in modo Zero Waste
- Consigli per regali, feste e festività Zero Waste
- Consigli per essere Zero Waste sul luogo di lavoro
- Soluzioni e consigli Zero Waste per prendersi cui degli animali domestici
- Ricettario Zero Waste